Dopo 32 anni si indaga ancora sul delitto di via Poma rimasto senza colpevole. La Procura della capitale ha aperto un nuovo fascicolo per omicidio volontario contro ignoti. Ci sarebbe un nuovo sospettato, qualcuno che avrebbe fornito un falso alibi. Antonio Del Greco, allora a capo delle indagini, racconta che una persona gli ha detto che uno dei sospettati ha mentito. Chi? Potrebbe essere il portiere del palazzo Pietrino Vanacore suicidatosi nel 2010; oppure Federico Valle nipote dell'architetto Cesare inquilino del palazzo; Francesco Carracciolo all'epoca Presidente regionale dell'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù oppure Raniero Busco il fidanzato condannato in primo grado e poi assolto. Il pomeriggio del 7 agosto del 1990 Simonetta Cesaroni lavora come segretaria nell'ufficio degli Ostelli in via Poma. Viene ritrovata senza vita: uccisa da 29 coltellate. Un omicidio a sfondo sessuale senza violenza carnale. I suoi abiti non sono mai stati trovati così come l'arma, forse un tagliacarte. Misteri e anche dubbi a cominciare dalla mancata rilevazione della temperatura cadaverica che ha reso impossibile determinare l'orario della morte, decisivo per gli alibi degli indiziati. Ed è proprio da lì che ora si riparte. Nuove rivelazioni dopo 39 anni anche sull'altro grande caso irrisolto della cronaca romana: la scomparsa di Emanuela Orlandi il 22 giugno 1983. Salvatore Sarnataro, noto alla giustizia, nell'ottobre 2018 confessa che suo figlio Marco, morto nel 2007, gli avrebbe rivelato che pedinò la ragazza, di soli 15 anni, su ordine di Renato De Pedis: dopo averla seguita per giorni ebbe l'ordine: la portò al laghetto dell'Eur per consegnarla a Sergio, l'autista di De Pedis. Che il boss della banda della Magliana abbia avuto un ruolo nel rapimento ne è sempre stato convinto Pietro Orlandi, fratello della vittima: un ruolo di manovalanza. L'obiettivo ora: arrivare ai mandanti.























