"Esclusa per tutti gli imputati la circostanza aggravante". "La decisione arriva dopo 8 ore di Camera di Consiglio, la Corte d'Appello di Caltanissetta conferma la sentenza di primo grado per i tre ex poliziotti imputati al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio costata la vita al Giudice Paolo Borsellino e ai cinque agenti della scorta esclusa l'aggravante mafiosa prescritto il reato di calunnia contestato al Funzionario Mario Bo, all'Ispettore Fabrizio Mattei, all'agente Michele Ribaudo. "Rimaneva un profilo di dubbio per il quale è stata ritenuta prevalente la prescrizione ma sulla posizione di Scarantino il tribunale gia in primo grado ha escluso ogni coinvolgimento il Dottore Bo". Secondo la Procura i tre componenti del pool che faceva capo ad Arnaldo La Barbera e indagava sugli attentati mafiosi del 92, proprio sotto la direzione dell'ex Capo della Mobile, avrebbero creato a tavolino una falsa verità costringendo Vincenzo Scarantino, il falso pentito, ad auto accusarsi della strage e a coinvolgere sette persone estranee ai fatti e tra loro Gaetano Murana che in carcere ha passato da innocente 18 anni presente in aula, si dice amareggiato. Si chiude così un altro capitolo di una lunghissima storia giudiziaria che in 30 anni ha cercato una verità completa continuando però ad infrangersi sul muro di gomma di false testimonianze false piste investigative e su un tempo troppo lungo. "Purtroppo quando lo Stato esercita la propria potestà punitiva a distanza di 32 anni dagli eventi questo è un rischio che dobbiamo correre credo che oggi sia stato fatto anche un passo importante viene sancito che tre appartenenti alla Polizia di Stato hanno concorso a depistare le indagini in relazione a quello che è stato opportunamente definito uno dei più gravi se non il più grave depistaggio della storia giudiziaria italiana".























