Nell'ultimo giorno disponibile Trino Vercellese con questa delibera presenta la sua autocandidatura ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. Il comune di 7.000 abitanti, che fino al 1987 nel proprio territorio ha avuto in funzione la prima delle quattro centrali nucleari italiane poi dismesse dopo il referendum, è stato escluso dalla CNAPI, la carta pubblicata dal Ministero dell'Ambiente lo scorso 13 dicembre, che aveva individuato 51 aree potenzialmente idonee in Italia a costruire il deposito. In questo momento qui nella Vercellese, precisamente tra Saluggia e Trino che distano appena 25 chilometri, è stoccato il 70% dei rifiuti nucleari italiani. Il nostro paese è l'unico nell'Unione Europea a non avere un deposito nazionale, che dovrebbe essere costruito entro il 2029. Venerdì sera nella biblioteca comunale di Trino si è tenuto un lungo consiglio comunale aperto in cui sono stati ascoltati i pareri tecnici che hanno illustrato i pro e i contro di questa autocandidatura poi inviata dal sindaco Daniele Pane. "Mandare l'autocandidatura ci darà una valutazione tecnica del nostro territorio che ci dirà se siamo compatibili o meno in termini di sicurezza, ed è una buona idea indipendentemente dall'esito, perché se non siamo compatibili siamo automaticamente esclusi da qualsiasi altro ripensamento più avanti e ci dirà effettivamente il nostro territorio cosa cos'è. E se invece siamo compatibili ci darà l'opportunità di mettere in sicurezza quello che già sul nostro territorio già abbiamo." Decisamente contraria a questa scelta l'opposizione in consiglio comunale, il comitato TriNo e Legambiente. "Per Legambiente non è una buona idea candidare Trino perché tutte le obiezioni che Legambiente, gli ambientalisti ed altri avevano portato di carattere idraulico, di sicurezza geologica e ambientali non sono venute meno e non sono rivedibili da un ulteriore approfondimento, quelle erano e quelle rimangono e quindi il territorio, a nostro modo di vedere, rimane inidoneo.".