"Significa far ripartire una fetta importante della Riviera Romagnola. Comunque qua si viene per divertirsi e se non ci sono discoteche aperte un pochino si perde il fascino fondamentalmente". L'attesa, a Rimini, dopo il lungo stop imposto dal virus. Nella capitale del divertimento notturno la trepidazione dei giovani per l'ipotesi del CTS: permettere che si torni a ballare, con la limitazione però degli ingressi nei locali, 35% della capienza al chiuso, 50% all'aperto. "Tutti hanno bisogno un po' di divertirsi. Tutti quelli che hanno il green pass perché no?" "Era ora di aprire le discoteche". Queste due ragazze, per ora, non torneranno a ballare. "Secondo me, pur essendo comunque un motivo di svago e divertimento per i giovani, è ancora troppo presto per riaprirle". La riapertura delle discoteche a poco più di un terzo della capienza non piace ai sindacati e agli imprenditori del settore. "Non è accettabile. Diventa antieconomica una proposta di questo tipo. Non possiamo metterla in campo. Su 4.000 aziende il 10%, 400, hanno già chiuso e non riapriranno mai più. Nel resto d'Europa, intanto, scelte diverse nei Paesi dove già si balla. In Danimarca nessuna limitazione, compreso green pass. In Francia invece obbligo del certificato verde e riduzione del 75% delle presenze.