Le speranze di trovare ancora vivo qualcuno dei quattro dispersi sul Monte Velino sono ormai flebili, ma non si smette di cercare. Sono passati cinque giorni da quando non si hanno tracce e notizie di loro che i soccorritori ritengono siano stati sepolti da una valanga, dopo che domenica pomeriggio si erano incamminati da rifugio Casale Damonte, alle pendici del Massiccio, per una ciaspolata. L'ultimo segnale di uno dei cellulari risale a due giorni fa nella zona che è stata circoscritta per le ricerche, larga 200 metri in Valle Majelama. Ma la protezione civile coordina un centinaio di uomini specializzati, arrivati da tutta Italia, appartenenti a forze dell'ordine, vigili del fuoco e soccorso alpino. L'area era stata subito messa in sicurezza con microcariche per alleggerire con le esplosioni, il manto di neve fresca che ha continuato a cadere da domenica, rendendo le attività molto complicate. Proprio in questi giorni si è registrata sulle vette abruzzesi un'ondata di gelo che ha fatto scendere le temperature anche fino a 20 gradi sotto zero, con condizioni meteo che non hanno aiutato, nebbia e vento che si sono aggiunte alle nevicate. Nelle ultime ore le temperature si sono leggermente alzate, ma c'è pioggia e nevischio a intralciare gli interventi. Ogni giorno gli elicotteri portano in quota i soccorritori dalle 7.00 del mattino e loro, per ora a piedi, proseguono le ricerche con sonde e unità cinofile e mezzi tecnologici. Tutto è pronto anche per usare un mezzo cingolato che abbassi la quantità di neve alta circa 6 metri. E intanto la regione Abruzzo ha stanziato nuove risorse per i soccorsi, accrescendo di 100 mila euro il fondo già assegnato la protezione civile regionale.