La petroliera Zagara battente bandiera liberiana attracca al porto di Augusta con i 59 naufraghi salvati da due barchini semiaffondati che ha incrociato sulla sua rotta. Due persone sono morte in attesa dei soccorsi che non arrivavano. A Lampedusa, fino a quando il mare lo ha consentito, gli arrivi di barche autonome non si sono mai fermati e nell'hotspot ci sono più di 1.000 persone. Ma per gli altri 1.000, quelli salvati da quattro navi umanitarie, nessuna autorizzazione a sbarcare nonostante buona parte di loro sia in mare da due settimane e a bordo la situazione diventi ogni giorno più critica. Ora però le navi sono più vicine alla costa: con il maltempo, il mare mosso, le raffiche di vento hanno trovato riparo in rada. La Humanity 1 a 12 miglia da Catania con 179 persone fra cui 100 ragazzini senza genitori, 60 donne, nuclei familiari con bambini e neonati. La Rise Above è davanti a Siracusa: sono state necessarie alcune evacuazione urgenti. Preoccupa, fa sapere l'equipaggio della Lifeline, la salute degli otto neonati e dei bambini più piccoli. In attesa davanti alla costa orientale della Sicilia ci sono anche la Ocean Viking di SOS Mediterranée con 234 persone tra cui quattro bambini piccoli e 40 ragazzini non accompagnati e la Geo Barents di Medici Senza Frontiere con 572 naufraghi tra cui donne incinte, neonati e 60 minori soli. Erano in mare da giorni e sarebbero morti se non fossero stati intercettati da queste navi umanitarie che ora non possono sbarcarli. Il personale sanitario italiano salirà a bordo delle navi per verificare le condizioni delle persone, soccorrere i bambini, far sbarcare i più fragili. Poi tutti gli altri dovranno riprendere il largo lontano dalle coste siciliane e fuori dal territorio italiano.























