Potrebbe essere stata stroncata da un'embolia polmonare o da una complicazione cardiaca, la donna di 46 anni morta sabato a Roma dopo che si è sentita male nel corso di un intervento di liposuzione avvenuto in uno studio privato nel quartiere Primavalle. Sono questi i primi risultati degli esami autoptici che avrebbero escluso lo shock anafilattico in caso dovuto ad una reazione avversa all'anestesia. Intanto la Procura della Capitale ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e nel registro degli indagati sono stati iscritti il chirurgo, l'anestesista e l'infermiera che erano presenti in quel momento. In attesa di ascoltarli, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire tutti i tasselli del puzzle, iniziando dal momento in cui sono stati chiamati i soccorsi. Dalle indagini è emerso finora che la donna sia stata prima rianimata dall'équipe dei medici dello studio e poi dopo qualche ora sarebbe stata contattata un'ambulanza privata con un medico a bordo. Quanto tempo è intercorso da quando Ana Alcivar si è sentita male a quando sono stati chiamati i soccorsi? E' su questo che si concentrano le indagini dopo la scoperta che lo studio era un semplice appartamento privato trasformato in studio medico sprovvisto di strumenti di primo intervento come il defibrillatore. La donna originaria dell'Ecuador era arrivata da Genova per sottoporsi ad una liposuzione consigliata da un'amica. Il titolare della struttura, il chirurgo plastico José Lizarraga Picciotti, cittadino peruviano di 65 anni, lavorava senza autorizzazione, come accertato dalle indagini e per questo era già finito al centro di provvedimenti per irregolarità amministrative. Nel 2013 era stato condannato dopo la denuncia di una paziente, ma nel 2015 l'accusa era stata dichiarata prescritta dalla Corte d'Appello. .