Ci sono alcuni punti fermi da cui sono partiti gli inquirenti che hanno portato alla convalida del fermo in carcere per Pablo Gonzalez Riva con l'accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere della compagna Johanna Nataly Quintanilla. Su tutti le immagini delle tante telecamere che inquadrano vari punti del condominio e del garage in Piazza dei Daini, nel quartiere Bicocca a Milano e che raccontano quanto accaduto tra il 24 e il 25 gennaio scorsi. Nei frame c'è Gonzalez che rientra a casa alle 17.00 del venerdì, Nataly che torna poco prima delle 19.00. L'uomo che nel cuore della notte va in cantina a prendere un grande borsone. Poi un'ora dopo prepara l'auto sulla rampa dei box e alle 2.45 trascina quello lo stesso borsone e lo carica dalla portiera posteriore. Gonzalez fa avanti e indietro più volte, poi rientra a casa da dove uscirà il pomeriggio successivo alle 18.40 a bordo della sua auto, direzione Sesto San Giovanni. Da qui è il sistema di controllo nazionale targhe a documentare il passaggio di Gonzalez sulla via Padana Superiore fino a Cassano D'adda e poi il ritorno a Milano un paio di ore dopo. C'è poi la confessione dell'uomo, che ha raccontato di avere ucciso la compagna durante un gioco erotico finito male, di avere nascosto il cadavere in un borsone e di averlo lasciato in un fosso con poca acqua lungo la strada provinciale. Un'area non precisa in cui i Carabinieri cercano senza riscontro. L'esame dei Ris nella casa, nel garage, nell'auto dirà se ci sono tracce di sangue e se l'uomo, che resta in carcere per il pericolo di fuga e per evitare che possa inquinare le prove ha raccontato la verità, ma solo il corpo di Nataly quando e se verrà ritrovato, potrà rivelare come è stata uccisa. .