Appena scoppiata la guerra, decine e decine di donne ucraine sono arrivate qui. Siamo a Schiavonea Comune di Corigliano Rossano in Calabria, terra di immigrazione ucraina da moltissimi anni composta perlopiù da donne impegnate nel duro e troppo spesso sfruttato lavoro nei campi di fragole. Darsi da fare per le loro connazionali è stato un tutt'uno. Non è spiegabile ciò, non si può spiegare con le parole quello che senti quando vedi il popolo tuo in questa sofferenza. Ma i bambini piuttosto che donne, quando tu guardi negli occhi dei bambini pieni di lacrime non si può descrivere con le parole quello che si prova. Le nuove arrivate hanno trovato solidarietà autentica ma non solo: ci sono anche persone che traggono profitto, questo accade sempre ed è accaduto anche per le donne ucraine. Una condizione di ulteriore vulnerabilità perchè le donne sole con bambini con i mariti fratelli al fronte. Abbiamo avuto segnalazioni di donne che hanno iniziato a lavorare in condizioni di opacità contrattuale proprio per restituire parte del debito. Restituivano i soldi a chi le ospitava, a chi li ospitava si. Come sempre la realtà è complessa. Il punto di riferimento per le braccianti ucraine è sempre stata la cittadella della condivisione di Action Aid. Viola anche lei ex lavoratrice agricola ne è l'infaticabile ed energica leader. Qui le braccianti hanno sostegno, informazioni su diritti, aiuto. La guerra ha trasformato questo posto. Questi qua sono tutte cose donate da varie persone? Sono tutte cose donate da varie persone, dalla Chiesa. É stata una solidarietà grandissima. Quante persone sono arrivate qui proprio nel momento più drammatico della guerra? Sono arrivate circa 200 famiglie con bambini di varie età. Donne in fuga dalla guerra e a rischio tratta. Le reti criminali sono pervasive e approfittano un po' in questo stato di necessità. Molti hanno ricevuto richieste di impiego, impiego irregolare, altre sono state spostate con dei pulmini con la promessa di un lavoro nei campi di fragole. Ci sono state dieci donne che erano state spostate da Roma con un pulmino per raggiungere l'area della Piana di Sibari di queste 10, di 8 ad un certo punto non si sapevano più notizie. Avevano lasciato i bimbi e non si sapeva dove fossero; c'è stata immediatamente l'attivazione della rete delle associazioni con cui, con cui lavoriamo. Immaginiamo che questi casi che sono iniziati già da un mese dai primi arrivi, ce ne siano molti altri di cui non siamo a conoscenza.























