Testimonianze inedite, atti giudiziari mai divulgati prima, video storici, fotografie, documenti e preziosi materiali d'archivio. Dopo il podcast di Pablo Trincia, ora la docu-serie Sky Original, Dove nessuno guarda, a fare luce su uno dei casi di cronaca più oscuri del nostro paese. Prodotta da Sky Italia e Sky Tg24 e realizzata da Chora Media, la serie ricostruisce in quattro episodi la vicenda della scomparsa di Elisa Claps, restituendo al pubblico non solo la psicologia dell'assassino Daniele Restivo, ma anche chi fosse la sedicenne scomparsa a Potenza 30 anni fa. "Un caso che avviene in due paesi e si ripete nello stesso modo in due paesi, Italia e Regno Unito, e si prestava moltissimo anche ad una narrazione seriale. Io credo che le persone si affezionino molto alle storie, se si riesce a fargliele arrivare, se riesci a farli vibrare, se riesci a dargli un'inchiesta giornalistica che però racconti anche il lato umano dei protagonisti". Un prodotto dal grande valore giornalistico, capace di riportare in vita una storia quasi dimenticata. "Uno dei risultati inaspettati di questo lavoro è stato vedere come così tante persone si siano ritrovate di fronte alla Chiesa della Santissima Trinità dove scomparse Elisa a 30 anni dalla sua scomparsa, con la famiglia Claps ad ascoltare tutti insieme, da una piccola cassa, centinaia di persone, 45 minuti di puntata nel totale silenzio e condividere insieme un'esperienza emotiva collettiva". Una storia che si è potuta ripetere anche a causa di sviste ed errori investigativi. Dove nessuno guarda, ma anche dove nessuno ha voluto guardare forse. "Dove nessuno guarda e anche dove nessuno ha ascoltato, dove nessuno ha creduto ed è un'incredibile serie di sviste che da Potenza arrivano fino a Bournemouth con le stesse caratteristiche, con la stessa pochezza investigativa, con gli stessi errori macroscopici, e per noi che l'abbiamo raccontata faticavamo a crederci, e invece, è stato così ed è credo uno degli elementi che non era davvero venuto tutto fuori nel corso di questi 17 anni. Questa storia è stata raccontata in maniera così frammentata. Invece, raccontandola tutta insieme, è lì che riesci a restituire proprio la pienezza di questo racconto e anche la sua assurdità".