Il giudice che ne ha disposto l'arresto ai domiciliari, parla di una elevata attitudine alla manipolazione psicologica, di persuasione e svilimento della personalità della partner. “In poche parole di un vero e proprio sistema Bellomo che ruotava”, scrive il GIP nella sua ordinanza, “intorno all'istituzione di borse di studio che altro non erano che un espediente per adescare ragazze da rendere poi vittime del proprio peculiare sistema di sopraffazione”. Nella sua rete ne sarebbero finite almeno 5, tra borsiste e ricercatrici a cui Francesco Bellomo aveva imposto persino un dress cod. L’ex Giudice barese del Consiglio di Stato, docente e direttore scientifico di corsi post universitari, per la preparazione al concorso in Magistratura, deve rispondere dei reati di maltrattamento, estorsione aggravata, ma anche di calunnia e minacce ai danni dell'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. L’accusa risale infatti al 2017, quando Conte era Vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa e Presidente della Commissione disciplinare, chiamata a pronunciarsi proprio sull'ex giudice. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, dopo aver adescato le ragazze, Bellomo, le avrebbe prima isolate dalle amicizie, poi ne avrebbe manipolato il pensiero, fino ad arrivare ad un controllo mentale e non solo. Tanto che una borsista avrebbe raccontato di aver firmato con lui un vero e proprio contratto di schiavitù sessuale. Mentre da un'altra ragazza avrebbe preteso che si inginocchiasse e gli chiedesse perdono per aver violato queste stesse regole del contratto.