Anche le rondini sono in festa fino alla fine di luglio e in uno scampolo di fine estate-inizio autunno torna visibile la meraviglia del pavimento del Duomo di Siena. Per il Vasari il più bello, grande e magnifico che mai fosse stato fatto. "È un pavimento unico, realizzato a commesso marmoreo, una tecnica che prevede l'accostamento di marmi policromi, e anche a sgraffio, cioè con contorni incisi che servono per delineare meglio il disegno". Il tappeto che lo protegge dai passi e lo nasconde alla vista viene rimosso per trovare un equilibrio tra la conservazione e la conoscenza. "L'esigenza primaria è quella di conservare il pavimento e quindi di conservarlo per noi e per tutti quelli che verranno dopo naturalmente. Contestualmente però c'è anche la necessità di renderlo visibile a tutti perché solo guardandolo tutto se ne può apprezzare, come dire, il percorso che nei secoli è stato concepito e realizzato". Il percorso attraversa 500 anni di storia, anche se non unitario passa per la sapienza. Il Pinturicchio, unico straniero tra i maestri senesi, la raffigura, in una delle 56 tarsie, come una donna stabile alla quale ci si avvicina spogliandosi di tutti i beni materiali mentre la fortuna che fa da contraltare resta precaria tra le onde, lontano dalla quies, la serenità.