A quasi tre giorni dall'agguato di via Prenestina il killer è ancora in fuga con la protezione dei mandanti. La guerra interna alla mafia cinese è arrivata a Roma in maniera palese, facendo rumore. Ha colpito pesantemente con un duplice omicidio, lasciando sull'asfalto i corpi di Zhang e Gong, 53 anni lui, 38 lei, freddati con almeno sei colpi di pistola a testa e torace, una vera e propria esecuzione che non ha lasciato scampo. È oramai chiaro ai carabinieri del comando provinciale di Roma che indagano, che chi ha sparato voleva senz'altro uccidere, non solo ferire. Quel cinese dall'aspetto qualunque che solo i vicini di casa in questo palazzo intravedevano ogni tanto, avrebbe in realtà sfidato e irritato i vertici dell'organizzazione criminale con sede a Prato, in Toscana. Sotto inchiesta per estorsione, condannato per resistenza a pubblico ufficiale, Zhang era considerato dall'antimafia un soggetto pericoloso. Persino i suoi sodali lo consideravano così, una testa calda che andava rimessa a posto perché si muoveva troppo per fatti suoi e male. Gli investigatori stanno indagando sulla presenza della coppia nella capitale a 300 chilometri da quella Prato, che è la casa madre del business cinese. Da capire se i due abitassero regolarmente nel palazzo in quartiere Pigneto e da quanto tempo o se fossero in visita per qualche massimo riserbo, soprattutto perché il sicario non è stato ancora identificato. Chiara Cerqueti, Sky TG 24. .