Mario Corso è stato, se vogliamo, l'irregolare di quella squadra, proprio perché l'irregolare, quello più diverso da tutti gli altri, in qualche modo aveva un suo pubblico di fedelissimi, di devoti, c'era una sorta di grande chiesa che seguiva Mario Corso, è stato, uso un concetto che poi è andato molto di moda negli anni dopo, un giocatore divisivo, c'era ovviamente chi lo amava tantissimo, che appunto pendeva dalle sue giocate di sinistro, dalle sue punizioni a foglia morta, che diventò una sorta di copyright e chi magari come il mago Herrera soprattutto il mago Herrera, in parte anche Sandro Mazzola con cui aveva un rapporto che fu spesso abbastanza dinamico ma anche Mondino Fabbri con la nazionale, dicevo, non l'accosto allo stesso modo, alla stessa maniera. 102 partite, 75 gol soltanto in campionato, anche questa perfetta, mentre corre, proprio la foglia morta, era, ripeto, la specialità di questo giocatore straordinario, estroso, creativo, istintivo, ebbe con l'inter un rapporto unico, forse non fu altrettanto forte come dicevo prima con la nazionale, soprattutto con Mondino Fabbri non si trovò tantissimo, fu, e lo dico questo per i ragazzi, quelli più giovani. Fu forse quello che è stato, ovviamente nelle proporzioni debite dovute, fu quello è stato un po' Recoba per Massimo Moratti, ecco, Corso fu per Angelo Moratti, quindi per il papà di Massimo quello che poi sarebbe diventato Recoba, quindi l'estro, il genio, la passione.