Un'Italia dinamica, più attenta allo spreco alimentare e alla crescita degli spazi naturali, ma anche un'Italia disomogenea, con diverse criticità ambientali, a cominciare dall'allarme smog o dal ciclo dei rifiuti. Nel complesso il Paese migliora, ma sul piano ecologico c'è ancora molto da fare secondo Ecosistema Urbano 2019, il rapporto di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore che misura le performance ambientali dei 104 capoluoghi di provincia, presentato a Mantova. In testa alla classifica è la città di Trento, seguita da Mantova e Bolzano. “È un work in progress, è una direzione verso gli obiettivi del 2030, che devono essere il faro per tutte le amministrazioni”. Il rapporto misura le prestazioni dei capoluoghi italiani in cinque categorie: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente. 18 gli indicatori, dalla concentrazione di PM10 nell'aria al numero di alberi, dall'offerta del trasporto pubblico alla dispersione della rete idrica. “I punti di forza della città sono la gestione dei rifiuti, la rete delle ciclabili, la gestione della dispersione idrica, che effettivamente è molto bassa. Come sempre, il problema per le città della Pianura Padana è la qualità dell'aria, che è leggermente migliorata, ma su cui bisogna fare ancora un grande lavoro a livello di bacino”. La ricerca in generale rileva un miglioramento dell'aria, per il quale si distinguono positivamente alcune città medio piccole del Sud Italia. Si consuma meno acqua, ma le perdite della rete idrica sono ancora troppo elevate. In aumento anche la raccolta differenziata, passata in un anno dal 50 al 54%, con le eccellenze di Ferrara e Treviso, che superano quota 85%. Nelle prime 20 posizioni grandi città come Bologna e centri del sud come Oristano e Cosenza, ma anche nel 2019, nonostante i miglioramenti evidenziati, è ancora il Sud a risultare più in sofferenza. Nelle ultime 22 posizioni Napoli, Bari, Palermo, ma anche Roma e Torino. Chiude al 102° posto la città di Catania, mentre Vibo Valentia e Siracusa restano fuori dalla classifica per insufficienza di dati forniti. “Quello che emerge dal nostro rapporto quest'anno è anche la necessità urgente che questo Paese ha di un vero piano urbano delle città. La sostenibilità urbana non può e non deve essere sulle spalle... solo ed esclusivamente sulle spalle dei sindaci, che spesso e volentieri si trovano a gestire realtà molto complesse”.