Scadono oggi gli arresti domiciliari del nonno materno di Eitan, accusato del rapimento del nipote, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone. "Ho ricevuto un'opinione legale e sono passato alla frontiera con regolare vidimazione dei passaporti", ha raccontato l'uomo in un'intervista, affermando che durante il viaggio Eitan era felice, e che quando crescerà il piccolo gli dirà "nonno mi hai salvato". Ma continuano le indagini a Pavia, dove sono accusati per sequestro di persona il nonno e anche la nonna del bambino, per ricostruire i mesi passati dall'uomo in Italia e per verificare come sia stato possibile far partire Eitan, nonostante il divieto di espatrio diramato su decisione del giudice, che aveva stabilito anche la riconsegna del passaporto israeliano del bambino. Intanto gli zii paterni hanno comprato il biglietto e partiranno nei prossimi giorni per Israele, per raggiungere il piccolo. L'udienza nel paese, sul ricorso per riportarlo in Italia, è fissata al 29 settembre. Gli zii, Or e Aya, tutrice legale di Eitan, hanno avanzato al tribunale l'istanza per chiedere l'immediato ritorno del bimbo. L'obiettivo sarebbe di attivare la Convenzione dell'Aja del 1980, che prevede di assicurare il rientro del minore presso l'affidatario e il paese di residenza nei casi di sottrazione internazionale. Una battaglia legale che potrebbe continuare anche in Italia, sulla nomina della tutrice e sull'affidamento, e che riguarderebbe sia ragioni educative, religiose, che ragioni economiche legate ai risarcimenti per la tragedia della funivia e all'eredità dei bisnonni del piccolo, deceduti insieme al papà, la mamma e il fratello.