i 200 morti all'interno del Pio Albergo Trivulzio hanno dato il via alla principale inchiesta della procura di Milano sulla gestione dell'emergenza coronavirus all'interno delle RSA, residenze sanitarie assistenziali, ma ce ne sono. 26 in tutto sotto la lente d'ingrandimento di magistrati e investigatori nel capoluogo lombardo e diverse altre all'attenzione di altre procure della regione. Ultima, in ordine di tempo, quella di Mombretto di Mediglia, nel Lodigiano, dove i Carabinieri del NAS sono entrati per acquisire documenti nell'ambito dell'indagine per la morte di oltre 60 persone da inizio marzo. Si lavora carte e corrispondenza alla mano, per ricostruire la catena di direttive fra Regione, Agenzia di Tutela per la Salute e case anziani. Bisogna capire se ci sono state negligenze o inadempienze che hanno agevolato la diffusione del covid19 che ha portato ad una vera e propria strage di anziani all'interno delle strutture dove erano ricoverati. Le ipotesi di reato per i vertici delle strutture coinvolte, sono epidemia e omicidio colposo. Si sentono a verbale dirigenti e dipendenti che spesso denunciano la mancanza di protezioni e trasferimenti imprudenti di pazienti da un reparto all'altro. E mentre proseguono le indagini, le sette associazioni che riuniscono le principali residenze per la terza età lombarde hanno scritto una dura lettera ai vertici della regione, trasmessa anche alla protezione civile, in cui si parlerebbe, fra l'altro, anche della decisione della giunta Fontana, arrivata lo scorso 8 marzo, di trasferire pazienti dagli ospedali alle case di cura private.