Un punto a favore di Margherita nella vicenda dell'eredità contesa. Sembrano non autentiche le firme di donna Marella su alcuni documenti di rilievo di più ragionevolmente apocrife, lo ipotizzano i magistrati di Torino nel decreto di perquisizione notificato dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta nata da una denuncia di Margherita Agnelli, secondogenita di Marella e dell'avvocato. Le firme sulle aggiunte testamentarie e sui contratti di locazione degli immobili italiani, si legge sul decreto, sono di natura ragionevolmente apocrifa, un documento quello a firma della procura che richiama una parte delle tesi sostenute da Margherita, che secondo John, Lapo e Ginevra, i figli avuti durante il primo matrimonio, sta cercando di mettere le mani sui beni lasciati loro in eredità dai nonni. Tutto ruota intorno alle presunte anomalie fiscali nelle dichiarazioni dei redditi di Marella Caracciolo. Gli avvocati di Margherita ipotizzano che nel 2018 e nel 2019 donna Marella sia stata effettivamente residente in Italia e non in Svizzera e che fosse titolare effettiva di beni dell'eredità dell'avvocato custoditi in paradisi fiscali e infine che gli eredi insieme al commercialista e al notaio di famiglia abbiano di fatto eluso il fisco italiano. Tra le carte della discordia ci sono anche le cessioni ai figli delle quote della holding Dicembre di cui fanno parte tra le altre società come Juventus, Ferrari e Stellantis. Se mai un giudice dovesse confermare le ipotesi contenute nell'esposto di Margherita, l'accordo del 2004 sull'eredità Agnelli potrebbe essere rimesso in discussione con effetti potenzialmente deflagranti su tutto l'impero.