Decide di non decidere per il momento la Corte Costituzionale sull'ergastolo ostativo e rinvia gli atti alla Corte di Cassazione. Davanti alle novità introdotte in extremis dal decreto legge emanato dal Governo Meloni il 31 ottobre, a pochi giorni dall'udienza davanti alla Consulta, i giudici delle leggi chiedono ora alla Cassazione di verificare gli effetti della nuova normativa sulle questioni di costituzionalità sollevate in precedenza. In altre parole la Consulta rinvia gli atti al Giudice della cassazione che in origine aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla norma dell'ergastolo ostativo, per chiedere se il nuovo decreto legge soddisfi o meno i requisiti di costituzionalità. Un decreto legge "pedissequo con quanto richiesto dall'ordinanza della Consulta" lo aveva definito in aula l'avvocato dello Stato. Di tutt'altro avviso l'avvocata della parte ricorrente. "Questo decreto propone la morte del diritto alla speranza a mio avviso". Già nel 2021 la Consulta aveva dichiarato incostituzionale l'automatismo in base al quale ai condannati all'ergastolo per reati associativi gravi, cosiddetti ostativi appunto, veniva negata la concessione dei benefici carcerari se non collaborano con la giustizia. I giudici avevano dato 12 mesi di tempo al Parlamento per correggere la norma, poi prorogati di altri sei. Col tempo ormai agli sgoccioli il Governo Meloni è corso ai ripari trasformando in decreto legge il testo approvato alla Camera dal governo Draghi pochi mesi prima apportando però una serie di modifiche in senso restrittivo. "In altri tempi avremmo parlato di operazione gattopardesca, qui secondo me definirla gattopardesca è un giudizio positivo quando in realtà noi sappiamo che qui non è tutto cambi perchè nulla cambi ma tutto cambi perchè il resto peggiori questa è la realtà".























