Avvolti nel Tricolore, i feretri sollevati dai colleghi, il Picchetto d'Onore delle Forze Armate. Nella Basilica di Santa Giustina a Padova, i funerali di Stato per i tre Carabinieri uccisi a Castel d'Azzano. Il Presidente della Repubblica, i presidenti di Senato e Camera, la Presidente del Consiglio, numerosi Ministri, la leader dell'opposizione, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Comandante Generale dell'Arma. L'omaggio al Carabiniere scelto Davide Bernardello, al Brigadiere Capo Valerio Daprà, al Luogotenente Marco Piffari. "Umili servitori ora nelle mani di Dio", dice nell'omilia Monsignor Saba, ordinario militare, "Hanno servito la Patria con amore". L'abbraccio dell'intero Paese ai familiari. La chiesa gremita, migliaia di persone seguono da fuori. La riconoscenza e la vicinanza. "È per ricordare queste persone che hanno fatto tanto per noi. Mi dispiace tanto per le loro famiglie". "Per onorare la morte di questi tre valorosi uomini". "Sono qui perché è il minimo che possiamo fare noi gente comune: onorare veramente anche noi l'Arma dei Carabinieri". Al termine della messa le parole dei familiari. "Mio padre ha scelto una strada fatta di coraggio, sacrificio e responsabilità". "Davide, hai potuto realizzare uno dei tuoi più grandi amori nella tua vita oltre a Marica, il tuo lavoro: diventare Carabinieri d'Italia". "A Marco, mio fratello, Valerio e Davide: tre Carabinieri che hanno dato la vita in nome della giustizia, per senso del dovere e di appartenenza". "Il nome dei giusti di chi è morto per la Patria è scritto nella roccia della memoria della Repubblica. E viene onorato, ricordato. E state tranquilli, le Forze Armate sono il custode di quella memoria". I bendaggi per le ustioni, la testimonianza di chi è sopravvissuto. "Noi eravamo dentro la casa, eravamo sulle scale, chi un metro più avanti, chi un metro più indietro, ma eravamo tutti quanti lì per andare al primo piano, quando col gesto folle che già ben sapete è esploso tutto e purtroppo, questione anche di mezzo metro in più, mezzo metro in meno, c'è chi si è salvato e chi siamo qui a piangere oggi." .























