la Procura di Prato ha terminato la perquisizione nel deposito ENI di Calenzano. Sono stati recuperati documenti, corrispondenza, e-mail, supporti informatici, contratti, atti interni relativi all'organizzazione del lavoro e alla sicurezza. Il sito, sotto sequestro, è adesso nella piena disponibilità dei consulenti che hanno manifestato la volontà di lavorare, in via prevalente e continuativa, a questo caso, per avere risposte in tempi brevi. Ma si sono presi almeno 60 giorni per presentare le relazioni. Le risposte non arriveranno soltanto al Palazzo di Giustizia di Prato, ma anche nei Palazzi della politica. Una delegazione bipartisan della Commissione parlamentare di inchiesta sulla sicurezza del lavoro del Senato, ha chiesto di poter fare un sopralluogo nel deposito. Senza voler interferire con gli inquirenti, viene esplicitato un compito: quello di capire, per poter in futuro evitare tragedie come questa. "Noi da gennaio inizieremo a fare le audizioni. Si parte dalle parti sociali, che vuol dire ENI e anche i rappresentanti dei lavoratori. Però qui, diciamo, i soggetti sono più di due. Non c'è dubbio che in quest'ultimo anno noi siamo di fronte al fatto che questi grossi incidente sono avvenuti, diciamo, in tutte le aziende di grandi dimensioni e anche pubbliche, o che lavorano per il pubblico. Il che deduce che bisogna fare maggiore prevenzione". Ma non è detto che servano nuove norme. Per il presidente della commissione basterebbe forse soltanto applicare bene quelle che già ci sono.