La consistenza dei bagagli al seguito lascia intendere che a Roma stasera si prevede di far tardi. Sono tante, del resto, le rivendicazioni e le speranze che i rappresentanti dei lavoratori hanno idealmente riposto nelle loro valigie. "Ci aspettiamo delle decisioni chiare e un piano, un piano di ricostruzione. Serve avviare una ricostruzione prima sociale e poi eventualmente industriale, dopo anni di demolizione effettuati da Arcelor Mittal". Lo scenario da scongiurare è l'amministrazione straordinaria, soluzione tra le più probabili, ma che qui a Taranto i lavoratori respingono con forza. "Sarebbe un disastro, perché forse non ce lo possiamo permettere, perché un'amministrazione straordinaria significa ripetere l'operazione da sei mesi a un anno, o anche più. L'abbiamo già vista ed è molto complicato". E a dire no ad un nuovo commissariamento sono soprattutto le imprese dell'indotto, tornate a protestare da qualche settimana davanti ai cancelli dell'acciaieria. "Purtroppo qui ormai siamo impelagati nei debiti perché abbiamo già subito 150 milioni di perdite nel 2016 con l'amministrazione straordinaria dopo 14, 15 decreti salva Ilva che non hanno risolto nessun problema, e adesso ci troviamo punto e a capo con pagamenti che oscillano tra gli 8 e i 12 mesi, sono una questione importantissima e che non è sopportabile da nessun'azienda di trasporto".