La fumata nera emersa dal vertice romano tra il Governo e l'azionista di maggioranza non coglie di sorpresa i lavoratori del siderurgico tarantino. "Solo lo Stato credeva che Ancelor Mittal potesse investire su Taranto, noi denunciamo dalla fine del 2019 che l'unico interesse è quello di chiudere lo stabilimento avendone cannibalizato le quote di mercato adesso non si può perder altro tempo." La strada ormai è obbligata è la stessa che i sindacati indicavano già da tempo lamentando inutilmente il disimpegno di Ancelor Mittal mentre raccontavano di una fabbrica che girava ormai al minimo con reparti abbandonati a se stessi. "E adesso il Governo deve fare il Governo, quello che chiediamo da tempo deve ovviamente, in preparazione dell'incontro di giovedì deve mostrare e deve spiegare alle organizzazioni sindacali qual'è la strategia da mettere in campo per la salvaguardia insomma dei lavoratori e di un'intera comunità, che per noi passa solo e solamente dal controllo e dall'assunzione praticamente della maggioranza all'interno della compagine societaria," E a Roma i sindacati faranno arrivare anche l'appello disperato dei lavoratori dell'indotto 4000 posti messi a rischio dal crollo delle commesse e dal ritardo nei pagamenti. "Si tenga presente che lì ci sono dei lavoratori che ad oggi non percepiscono con regolarità le loro retribuzioni e purtroppo già da diversi mesi e molti di loro, già nel 2023, hanno visto purtroppo cessato il proprio rapporto lavoro per cessazione dell'attività delle loro aziende. C'è da fare veramente degli interventi estremamente urgenti altrimenti veramente si va incontro al rischio davvero che si chiuda questa fabbrica con tutte le conseguenze che ci possono essere.".