“I dati ci dicono che rispetto a settimana scorsa - dal grafico è un po' difficile da vedere, perché è piccolo - ieri, cioè domenica, abbiamo avuto l'1% in più rispetto a domenica scorsa. E mediamente l'ultima settimana lavorativa è stata dell'1 - 1,5% in più di movimenti rispetto ancora alla settimana scorsa. Questo significa parecchie migliaia di persone che si sono spostate”. “Quindi non è solo una questione di percezione”. “Non è percezione, ma in realtà è proprio un dato confermato. Abbiamo anche... siamo andati anche ad analizzare nella giornata di ieri le fasce orarie e, come si vede, il picco è nelle fasce centrali. In particolare notiamo il picco alle 18, un picco alle 12 e, cosa strana che andremo ad analizzare, questo strano dato, alle 23, in cui la mobilità si alza molto. Quindi adesso andremo ad analizzare di che cosa si tratta, perché questo è un dato anomalo”. “Avete anche localizzato dove questa cosa succede?” “No, non localizziamo in questo momento dove; stiamo lavorando su una localizzazione di tipo provinciale, cioè stiamo analizzando i dati divisi per provincia, le celle”. “Quindi dov'è che si muovono di più alle 23? Su Milano per esempio?” “Stiamo analizzando e appena ci arriva il dato delle provinciali riusciremo a capire qual è la provincia che si muove di più”. “È piuttosto strano alle 23. Sembra...” “Questo è il dato che è strano”. “Ma riguarda solo il weekend oppure riguarda tutta la settimana?” “No, questo riguarda solo la domenica, mentre nella fascia oraria... nelle fasce orarie settimanali il picco ce l'abbiamo da mezzogiorno alle 16”. “Quindi la gente che esce per andare a far la spesa, probabilmente prima di pranzo, passeggiata magari con i bambini nel primo pomeriggio, quello che sostanzialmente...” “Sì, perché abbiamo una crescita alla mattina, quando la gente comincia ad andare a lavoro, ed è una crescita graduale. Poi si stabilizza a mezzogiorno fino alle 16, addirittura avendo questo picco alle 16, e poi gradualmente va a scendere”. “La passeggiata post pranzo probabilmente. Insomma, questo è un dato preoccupante, Helga”. “Grazie Sala. Preoccupante questo, anche perché, tra l'altro, incrocio questa informazione che ci dà Fabrizio Sala, con quello che mi ha detto poco fa in un'intervista il professor Pesenti, che è il direttore della rianimazione del Policlinico di Milano, e tra l'altro è anche nell'unità di crisi della Regione. Era molto preoccupato. Dopo ve la proponiamo l'intervista. Non mi è sembrato... anzi si è scusato di non averci dato dati ottimistici e positivi. Ma, invece, quelli che ci ha dato sono preoccupanti perché innanzitutto un dato, Sala, riguarda la mortalità nelle terapie intensive tra il 30 e il 50%, il che significa uno su tre muore in terapia intensiva in Lombardia o uno su due. È un dato molto, molto alto. E poi sul fatto che il virus sta circolando in particolare a Milano, lui ci diceva. Lui è molto preoccupato sulla situazione di Milano. L'ultima cosa e poi la lascio andare”. “Sì, su Milano che abbiamo questo aumento di casi positivi. Ricordiamoci che le terapie intensive sono nella parte finale della durata dell'incubazione del contagio, quindi si riferiscono a persone che si sono ammalate anche tre - quattro settimane fa, mentre invece il dato dei positivi è un dato abbastanza recente. Sebbene abbiamo il pronto soccorso sgravato, quelli di Milano, però abbiamo questo dato dei positivi che stiamo adesso, in questo momento, analizzando e poi più tardi potremo essere un po' più specifici”. “Il che significa che altroché rallegrarsi di questi risultati, Sala. Siamo ben lontani, diciamo, dai dati, da una lettura positiva di quello che sta arrivando dai dati”. “Da rallegrarsi non c'è. Non c'è niente da rallegrarsi in quest'epidemia”. “Molta attenzione e rimanere a casa”. “C'è da essere positivamente colpiti dal fatto che i decessi stanno scendendo. L'avevamo detto. Avevamo previsto che quando il contagio sarebbe rallentato l'ultimo dato a scendere sarebbe stato il numero dei decessi, e questo sta scendendo e noi preghiamo che questo continui a scendere, e attuiamo tutto per far scendere questo. Però quando vediamo degli aumenti dei positivi vuol dire che in qualche modo dobbiamo intervenire, quindi siamo convinti di aver fatto ancora una buona cosa con la nostra ordinanza”.