Si mette in moto la protesta degli agricoltori colpiti dalla devastante alluvione, nel maggio dello scorso anno, in Romagna. "Io c'ho rimesso 350mila Euro l'anno scorso. Non ho avuto nessun risarcimento, il mio rischio è di chiudere, di chiudere l'azienda, io ho dovuto già licenziare due operai." Le imprese agricole ora vogliono farsi sentire, manifestano a Faenza, vicino a Ravenna, tra i comuni più colpiti. "Ad oggi la politica ha fatto solo promesse, non abbiamo ancora ottenuto nulla solo un piccolo aiuto di 1500 Euro a ettaro, ma è una cosa irrisoria." ,"È inquietante nel senso che ci è arrivato che c'è arrivato qualcosa a fine anno, briciole tipo neanche il dieci% di quello che abbiamo prodotto.", "Piccola elemosina." Le frane in collina, le esondazioni dei fiumi in pianura. L'agricoltura, motore dell'economia di questo territorio, vuole ripartire, ma per farlo servono aiuti. La richiesta unitaria, delle principali associazioni del settore. "A pagare questi ritardi sono sempre e per forza le aziende più deboli." Procedure più semplici e veloci per i ristori, la richiesta al Governo dei sindaci al fianco degli agricoltori, in gioco c'è il futuro di tante famiglie sottolinea Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna. "Aziende colpite abbiamo più di cinquemila aziende sul territorio diciamo delle provincie di Forlì-Cesena e Rimini e Ravenna. I ristori che sono arrivati sono veramente pochi, soprattutto per la procedura Figliuolo, parliamo di 200 casi 200 ristori. Bisogna che la politica, sia la Regione che il Governo ci ascolti perché i tempi sono veramente limitati, le aziende sono con l'acqua alla gola e quindi questa protesta è solo all'inizio".