Forse la proprietà del Corriere della sera e le battaglie ambientali insieme ad Antonio Cederna non erano state abbastanza per lei che voleva cambiare l'Italia sotto il profilo culturale e ambientale, quando a metà degli anni 70 ebbe l'idea insieme a Renato Bazzoni, di dar vita al FAI, il fondo per l'ambiente italiano, una sorta di National trust inglese che consentisse ai proprietari di antiche ville e castelli, incapaci di sostenerne le alte spese di manutenzione, di donare le proprietà al FAI, conservando il diritto di abitare a parti riservate, il primo bene fu il monastero longobardo di Torba, donato dalla stessa Crespi e poi negli anni arrivarono gioielli come il Castello di Masino, Villa Necchi a Milano, Villa del Balbianello sul lago di Como, Villa Panza e Villa della porta Bozzolo, nel Varesotto. La missione di Giulia Maria Crespi stava piano piano realizzandosi. Lei era una grande combattente, non potendo combattere con le armi essendo una donna del suo tempo, combatteva con le idee, per le sue idee non aveva nessun timore che fossero troppo grandi e troppo difficili per essere realizzate, continuava a ripeterci che il mondo è in pericolo, che la terra è in pericolo per i veleni, che l'atmosfera è in pericolo e che quindi è un tutt'uno, e che quindi la storia e i monumenti e le bellezze del mondo non possono essere salvate se non in un mondo sano. Negli ultimi anni le giornate del FAI di primavera nel 2020 giornate all'aperto per via dell'epidemia sono diventate un appuntamento da non perdere, il fatto che appena le condizioni di sicurezza sanitaria lo hanno consentito, gli italiani siano subito tornati a visitare i beni e le ville del FAI, significa che le idee e l'impegno profuso da Giulia Maria Crespi hanno dato i loro frutti.