Onestà, lealtà e rispetto. Gioele a 10 anni lo ha dimostrato, rinunciando a vincere la finale 400 metri per aiutare un avversario. "Appena è cascato mi sono fermato subito a dargli una mano perché pensavo che si era fatto tanto tanto male, vuol dire che mi sono fermato per dargli una mano". "Appena sono tornata a casa mia madre ha detto: ma che ci fa? Facciamoli dormire a casa nostra, mangiano da noi e poi il giorno dopo facciamo la partita. E quindi è stato un gesto onesto, non era programmato niente". E poi c'è Niccolò, inciampato durante una partita di calcio, ottenendo un calcio di rigore a favore della propria squadra, ha spiegato all'arbitro di non aver subito fallo, facendogli cambiare decisione. "Penso che sia giusto fare fair play, perché come dice la parola è un gioco pulito, e quindi che esalta le regole". Ecco i gesti più belli di etica e solidarietà compiuti dai giovani ambasciatori del fair play. "Il premio dato a questi giovani è proprio la finalità di fare in modo che si ricordino che i valori del fair play devono prevalere su quelli della furbizia, delle scorciatoie, del trovare sempre una buona ragione per sopravanzare gli altri in maniera ingiusta". Giovani campioni e campioni più grandi come Ciro Ferrara, Fabio Cannavaro, Alessandro Costacurta, Ambra Sabatini, saranno tra i vincitori del premio internazionale Fair Play Menarini a Firenze e Fiesole il 3 e 4 luglio, oggi presentato al salone d'onore del CONI di Roma. "Penso che anzi vada sottolineato sempre di più il ruolo sociale che ha una vittoria, una sconfitta ben gestita".























