Persecuzioni, minacce, violenze, controllo ossessivo. Un copione che si ripete, una spirale che troppo spesso si conclude con la morte. Perché il femminicidio raramente arriva all'improvviso. Tiziana Vinci, uccisa a La Spezia con tre coltellate dall'ex marito, è solo l'ultimo caso. Appena qualche giorno fa Fatima Hayat è stata uccisa dall'ex compagno a Foggia. Per entrambi gli uomini era stato disposto il divieto di avvicinamento, con l'obbligo del braccialetto elettronico che nel caso di Fatima non era mai stato applicato per problemi tecnici. E nel caso di Tiziana da 10 giorni non funzionava. I Carabinieri lo avevano segnalato più volte all'azienda che ne gestisce la manutenzione, ma l'intervento di revisione non è mai avvenuto. Oltretutto i braccialetti non sono sufficienti a soddisfare la richiesta, come risulta da stime fatte a più livelli. "Si continuano a fare in Italia leggi a costo zero, in particolare in materia di Codice Rosso, risorse invariate. Quando è stata approvata la legge sul Codice Rosso con obbligatorietà opportuna del braccialetto elettronico e distanza minima di 500 metri, anche questa opportuna, il Ministero degli Interni ha previsto che bastavano i 1.200 mensili previsti dal precedente contratto". 1200 apparati al mese a disposizione che andrebbero applicati entro il limite di quattro giorni. Ma se i braccialetti sono pochi, la data dell'installazione finisce per slittare persino di 15-20 giorni. Ne basterebbero 300 in più ogni mese. E poi guasti, batterie scariche, segnale assente. Se tutto funzionasse invece, la protezione elettronica, tassello di un sistema integrato non sarebbe un argine così fragile. "Il braccialetto elettronico è dissuasivo verso l'indagato. Da noi funziona benissimo. Ha salvato vite. Bisogna intervenire". .























