Resta in carcere Nazif Muslija, il cinquantenne di origini macedoni, ritenuto responsabile della morte della moglie Sadjide, uccisa, massacrata di botte nel suo letto, mercoledì mattina. Il GIP di Macerata ha convalidato il fermo e disposto una perizia sul suo stato di salute mentale. "Le condizioni sono un po' anomale, di questa persona, in effetti, quindi è necessario un approfondimento. Il soggetto non ricorda nulla. Si è svegliato all'ospedale". Dopo, evidentemente, il tentato suicidio nel bosco di Braccano, nel territorio di Matelica, provincia di Macerata. Lì si era infatti conclusa la sua fuga. Lì aveva tentato di togliersi la vita con una corda al collo, ma era stato visto e soccorso da un cacciatore. Dopo un breve ricovero in ospedale è stato trasferito nella casa circondariale, indagato per omicidio volontario aggravato, dalla procura di Ancona. Nei prossimi giorni sarà effettuata l'autopsia sul corpo della vittima, una donna vessata da anni, spaventata, picchiata, da un uomo già condannato per violenze e maltrattamenti, che aveva però patteggiato ed era tornato a vivere con lei nella villetta di Pianello Vallesina. "La moglie l'ha voluto riportare a casa. Sì, l'ha fatto rientrare a casa. Io ho conosciuto lei, m'ha detto: sì, effettivamente, penso che è cambiato. Dopo tre mesi di carcere da aprile a luglio era cambiato, però, evidentemente così non è stato". Avrebbe dovuto seguire un percorso di aiuto per uomini violenti, ma non l'aveva ancora iniziato e non gli era stato in alcun modo impedito di rientrare in quella casa. E lei, che avrebbe dovuto essere aiutata, protetta, è invece rimasta sola a combattere la sua battaglia per sopravvivere. E ha perso. .























