Denunciare non è bastato a salvarle la vita. Fatimi Hayat è morta. Uccisa con diverse coltellate dal suo ex compagno, un suo connazionale di 46 anni, che aveva denunciato prima al centro antiviolenza di Foggia e poi in Questura. Denuncia per stalking e minacce che aveva fatto scattare il Codice Rosso prima con la misura del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, che sembra non sia mai stata applicata per problemi tecnici, e poi con una richiesta di arresto dello scorso 28 luglio, dopo che il centro antiviolenza aveva segnalato una situazione con rischio elevato. Arresto mai eseguito perché l'uomo, regolare in Italia, era irreperibile, non avendo un domicilio fisso. Adesso gli inquirenti della Procura di Foggia vogliono capire perché le misure non erano state applicate. Misure che avrebbero potuto salvare la vita della donna che aveva messo tutto nero su bianco. Fatimi stava rientrando a casa dal lavoro, faceva la cuoca in un ristorante, quando il 46enne l'ha aggredita a morte. Inutili i soccorsi chiamati dai vicini che hanno sentito le grida disperate. Lui era già scappato, è stato fermato alcune ore dopo a Roma, ancora con i vestiti sporchi di sangue. Ora, amici e colleghi di lavoro parlano di un femminicidio annunciato. "Ha fatto tutto quello che doveva fare. E certo che è morta: una morte annunciata. Per noi è un grande dolore. È una sconfitta non della società, prima di tutto nostro, naturalmente, che nonostante quello che abbiamo fatto non è servito a protezione di rete, di protezione della donna e di contrasto alla violenza". protezione di rete, di protezione della donna e di contrasto alla violenza". .























