Non risponde alle domande Costantino Bonaiuti in carcere con l'accusa di aver sparato la sua ex compagna davanti ad un ristorante di Roma. Per il Gip però emerge un panorama indiziario talmente consistente e solido da considerarsi, si legge, già allo stato pressoché inconfutabile. Insomma pochi dubbi anche se la ricostruzione del suo difensore racconta tutta un'altra storia. Secondo il suo avvocato avrebbe sparato per sbaglio, voleva in realtà suicidarsi. Ricostruzione molto fumosa così come aperti sono diversi fronti. La presenza del fratello di Martina sul luogo del delitto, è stato testimone dell'omicidio. Dal suo racconto emerge chiaramente: "Quando è uscito dalla macchina lui la tratteneva", racconta, "E io mi sono messo in mezzo cercando di dividerli per portare via Martina, nel momento in cui sono riuscito a dividerli lui ha tirato fuori la pistola e ha sparato. Ho visto", dice "Che puntava all'altezza del petto e poi ha sparato, ero a distanza da lei di forse un metro". E poi c'è l'aspetto legato alla situazione psicologica e psichiatrica di Bonaiuti, certificato, secondo il suo legale, che però non fornisce una data specifica della redazione della relazione. Ma una domanda c'è, una persona con un disturbo psichiatrico certificato può continuare ad avere un porto d'armi sportivo? E può essere libero di andare in giro armato? Sulla pistola il Gip è chiaro Bonaiuti era consapevole della volontà della compagna per interrompere definitivamente la relazione e scoperta la nuova frequentazione della donna si era recato all'ultimo appuntamento portando preordinatamente con se l'arma con la quale poi le avrebbe sparato, uccidendola, scrive il giudice e qui si apre il capitolo della premeditazione, completamente esclusa dalle gare che invece il Gip accoglie pienamente. Altro dubbio quello relativo al tumore di cui lui diceva a Martina di soffrire ma al momento non certificato delle carte. Insomma capitoli ancora aperti e domande in sospeso, le risposte arriveranno dall'aula.