Resta in carcere a Regina Coeli Costantino Bonaiuti sotto stretta sorveglianza sanitaria. Il GIP ha convalidato l'arresto per l'uomo che venerdì sera davanti al ristorante Brado, zona Tuscolana a Roma, ha ucciso Martina Scialdone, con cui aveva avuto una relazione. I Pubblici Ministeri gli contestano l'omicidio volontario aggravato da motivi futili e abietti e della premeditazione. Ma per il difensore non c'è stata premeditazione e nemmeno si è trattato di omicidio volontario. Non voleva uccidere ma togliersi la vita e invece è partito un colpo. Racconta di un uomo con gravi patologie e problemi psicologici, un uomo in cura per depressione certificata. La malattia dunque ma anche secondo il legale responsabilità da considerare. Responsabilità altrui. "C'è stato un contorno in quella serata che può essere costituito da chi era al ristorante, da un passante, da un personaggio esterno". Lei parla di sottovalutazione in sostanza? "Parlo di sottovalutazione". Sottovalutazione ed errori da più parti, di questo parla il legale. "Una persona depressa che ha un porto d'armi, deve essere sottoposto periodicamente a visite, se questo non viene fatto la persona depressa molte volte, cari signori, non si rende nemmeno conto di essere depressa". "Ecco, laddove io cosa intendevo quando parlavo anche di responsabilità da parte di terzi". Intanto le indagini continuano proprio per chiarire il quadro in cui è maturato l'omicidio quadro che resta confuso, perché Martina è uscita dal ristorante? Ha chiesto aiuto? Gli è stato negato? Fondamentale sarà l'esame delle immagini delle telecamere interne ed esterne al locale che gli inquirenti stanno vagliando.