Femminicidio Roua Nabi, alert non segnalati dalla Polizia

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1 giorno fa

Papà non poteva avvicinarsi alla mamma perché aveva un braccialetto, ma il bip non funzionava mai. A parlare con il magistrato e uno psicologo, sono i figli di 12 e 13 anni di Roua Nabi, la trentacinquenne tunisina, uccisa a casa sua, qui nel quartiere Aurora di Torino, con una coltellata al cuore dal marito, Abdelkader Ben Alaya, 48 anni, il 23 settembre davanti ai due ragazzini che poi, sono corsi a chiedere aiuto ai vicini. Lui è stato appena rinviato a giudizio, il 28 aprile comincerà il processo. All'uomo che era stato allontanato da casa per maltrattamenti tre mesi prima, dopo le ripetute denunce della moglie, era stato applicato il braccialetto elettronico antiviolenza. Un dispositivo che lancia un allarme direttamente alla sala operativa della Questura, quando un soggetto si avvicina troppo alla vittima, che dal canto suo, deve attivare e portare con sé una sorta di ricevitore simile a un cellulare. Ma nel report della compagnia telefonica che gestisce questi braccialetti e inviato al Nucleo operativo dei Carabinieri di Torino, si legge che dal 19 al 30 agosto l'apparecchio ha segnalato che le batterie fossero in esaurimento o che fosse irraggiungibile, ma nessuno è intervenuto. Anche dal localizzatore di Roua tra il 13 agosto e il 23 settembre sono partiti vari alert da cui risultava non raggiungibile e mai c'è stato un intervento delle forze dell'ordine. Lo stesso giorno dell'omicidio, poi sono stati ben quattro i segnali emessi dal braccialetto tra le 18:18 e le 21:38 perché il localizzatore dell'uomo era spento. Questi quattro allarmi sono stati visti dall'operatore della sala operativa e chiusi senza violazione. Ora bisognerà capire il perché.