La uccide a coltellate nella casa di famiglia nel piccolo borgo di Poggiridenti in Valtellina, a una manciata di chilometri da Sondrio. Poi sale in macchina e guida fino a quando lo fermano i carabinieri a Lecco per un controllo di routine. "Sì, ho ucciso io mia moglie", dirà poco dopo al PM di turno. È in stato di fermo ora Mohammed Rebami, 65 anni di nazionalità marocchina, con l'accusa di omicidio volontario della moglie, la settantacinquenne insegnante di lettere in pensione Emilia Nobili, accoltellata a morte nella casa di Poggiridenti dove da poco aveva deciso di accogliere nuovamente il marito. Sì, perché dopo l'inferno di una relazione fatta di violenza e percosse, lei aveva trovato il coraggio di denunciare il padre di suo figlio e aveva tenuto duro fino a ottenere che il giudice ne ordinasse l'allontanamento da casa. Dopo un lungo soggiorno in Marocco l'uomo era tornato in Italia e lei aveva ceduto, gli aveva concesso di rientrare a casa contro il parere perfino del figlio. Nella notte abbiamo sentito urla e rumori, diranno i vicini ai carabinieri di Sondrio, giunti sulla scena del crimine su segnalazione dei colleghi di Lecco che avevano appena raccolto la confessione. Poco distante dal corpo della donna, seguendo le indicazioni dell'indagato, i militari dell'arma troveranno anche l'arma del delitto, e i vestiti di cui l'uomo si era disfatto dopo il femminicidio. .























