Il 25 maggio del 1995 Nunzia Alleruzzo spariva nel nulla, era la figlia del capo mafia che allora controllava Paternò Giuseppe Pippo Alleruzzo. La videro uscire di casa per l'ultima volta insieme con il fratello e il figlio di appena 5 anni. I resti della donna furono ritrovati 3 anni dopo, grazie ad alcune segnalazioni anonime, in un pozzo di campagna, il bambino venne affidato ad una comunità. Dopo 26 anni il sospetto è diventato certezza, ad uccidere Nunzia fu il fratello Alessandro. I carabinieri lo hanno arrestato con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. "Le indagini, riaperte nel 2020, sono state svolte attraverso attività tecniche e dinamiche, ulteriormente riscontrate dalle dichiarazioni di tre diversi collaboratori di giustizia." Una verità terribile, difficile da comprendere anche nel contesto in cui il delitto avvenne negli anni più bui della storia recente della Sicilia, gli anni delle stragi di mafia e delle faide sanguinose tra clan rivali. Alessandro sparò due colpi di pistola alla sorella per punirla delle relazioni extraconiugali che aveva intrattenuto con criminali avversari, dopo aver lasciato il marito, in questo modo intendeva riscattare l'onore della famiglia mafiosa.