Per i medici è una paziente con la tendenza a costruire un vissuto alternativo fino a fare un figlio con il suo alunno e il sostegno, almeno, apparente, del marito. Un'onda che impietosa ha scosso gli animi tranquilli di una piccola città, Prato, agitando giornalisti e commenti da parte di psicologi e psicoterapeuti, tanto che per i PM il percorso terapeutico iniziato a maggio non può aver già prodotto, in un solo mese, risultati apprezzabili. A quattro mesi da quando è stata resa nota l'indagine a carico della professoressa trentunenne sposata e con un primo figlio il processo è stato rinviato al 23 settembre prossimo per un cambio del Collegio del Tribunale di Prato. La donna è accusata di violenza sessuale e atti sessuali. In aula anche il marito, al quale è contestato il reato di falsa attestazione di stato civile per aver riconosciuto come suo quel bambino. Negato alla signora il ritorno in libertà mentre i difensori ritengono inattendibile il racconto del ragazzino. Abbiamo fatto appello al Tribunale della Libertà, dove ci confronteremo nuovamente con questa perizia che abbiamo depositato. E se per il diritto si tratta di abuso e per la psicologia di un disturbo, lei aveva già detto: ero innamorata, volevo lasciare mio marito per lui fare altri figli, ma non l’ho toccato fino a quando non ha compiuto 14 anni. Ma c'è un problema, perché secondo la legge, il ragazzino a quell'età non ha la facoltà di autodeterminarsi e di conseguenza il sesso con un minore di 14 anni è sempre violenza sessuale, anche se i due si amano alla follia. La pena prevista è quella dell'articolo, 609 ter del codice penale, e cioè la reclusione da un minimo di sei a un massimo di 12 anni.