Gloria era malata di una patologia irreversibile, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, e aveva chiesto di poter accedere al suicidio assistito. È morta a 70 anni, non nel modo in cui sperava di andarsene. Nel febbraio 2024 la donna aveva avviato l'iter, garantito in Italia dalla sentenza della Corte Costituzionale, presso la ASL Toscana Centro. A marzo la commissione medica aveva validato tutti i requisiti previsti dalla legge per accedere alla procedura, senza però indicare quale farmaco letale, quale dosaggio e quale metodica di auto somministrazione, demandando poi tutto al medico di fiducia. Ci sono voluti 5 mesi per un ok al protocollo che per Gloria prevedeva farmaci erogabili soltanto dal servizio sanitario nazionale. La ASL ha sempre posto il diniego proponendo cure palliative che non sono quello che la donna voleva e aveva richiesto. La sua morte alla vigilia della discussione in Consiglio Regionale della Toscana della proposta di legge di iniziativa popolare dell'Associazione Coscioni sul suicidio medicalmente assistito per garantire tempi certi entro 30 giorni e procedure trasparenti. Per l'opposizione la norma è incostituzionale mentre voteranno a favore, salvo sorprese, la maggioranza del PD, Italia Viva e Movimento 5 Stelle e la Toscana sarà quindi la prima regione italiana ad avere una legge sul fine vita e lo sarà perché il Parlamento non ha, sul tema, voluto decidere. .