Tornano in cantiere per sapere cosa succederà adesso. Ancora non riescono a credere a quello che è successo. "Come una bomba. Quando è caduta la trave, siamo scappati. Poi non ricordo più". Venerdì mattina lavoravano a pochi passi dalla struttura in cemento prefabbricato che all'improvviso è collassata e ha travolto otto loro colleghi. Feriti in modo grave in ospedale, ma fuori pericolo, solo in tre ce l'hanno fatta, quando la trave portante al quarto piano è venuta giù. "Stavo lavorando vicino, ho sentito. La trave non l'abbiamo messa quel giorno, è stata messa 3/4 giorni fa". "La trave era già lì?" "Sì". "Era già lì da qualche giorno". "Perché è caduta questa trave?" "Non lo so?" "Cosa pensa di quello che è successo?" "Voglio andare al mio paese". "Vuole tornare a casa adesso?" "Sì, sì. Perché non mi sento bene qua". Mohamed ha 24 anni, Abdelhed 28, Ibrahim 27, sono arrivati dall'Egitto, sono richiedenti asilo raccontano, un lavoro in regola, siamo carpentieri. "C'è per il lavoro. I documento solo per stare in Italia". "Abbiamo fatto richiesta di asilo". "Paghiamo tasse, contributi. Sveglia alle cinque per lavorare. Per fare Natale e andare avanti". "È quattro anni che aspetto i documenti". In cantiere è tornata la polizia scientifica, la procura di Firenze attende le prime informazioni formali. A breve i primi indagati nell'inchiesta per omicidio colposo. Diverse le irregolarità riscontrate ha detto il procuratore, che riguardano anche la posizione sul territorio nazionale di alcuni degli operai. Perizie stabiliranno la qualità dei materiali e se ci sono stati errori di progettazione. Sequestrata documentazione nelle sedi di diverse aziende impegnate nei lavori del cantiere.