"Diciamo bassa perché non se ne può più di entrare in un luogo di lavoro, in una struttura sanitaria per curare i pazienti e pensare prima a come difendersi e poi a come curare il paziente stesso". Medici, infermieri, operatori sanitari, persino pazienti. In tanti a Foggia hanno risposto all'appello dei sindacati contro le violenze in corsia. "Operiamo in condizioni drammatiche, senza sicurezza, sottoposti da una parte alla paura di essere aggrediti dall'altra, alla paura di essere denunciati è una condizione insostenibile". "Non è giusto che ci procuriamo noi, diciamo, personalmente la nostra sicurezza che può essere, non so, notturna farsi accompagnare nelle sedi più isolate o in ospedale perché anche lavorando in gruppo ci si ritrova in situazioni inammissibili". L'esercito, secondo gli operatori sanitari foggiani, servirebbe a poco, l'obiettivo principale deve essere quello di recuperare un rapporto di fiducia con pazienti e familiari. "Abbiamo bisogno di ricostruire il senso. Guardate che il diritto va fermato è avere l'assistenza, oggi ci si pensa una medicina infallibile, è la guarigione che la gente chiede. Invece noi garantiamo l'impegno, non sempre il risultato".