I ricercatori dell'Università dell'Insubria di Varese non si sono mai fermati e durante l'estate hanno continuato a sperimentare il test salivare rapido, che sarà pronto a giorni. Si tratta di un test che ha già ottenuto lo scorso maggio la validazione scientifica della metodica con una sensibilità del 93%. Questo test usa una metodica completamente diversa da ciò che si è usato finora, quindi, non cerca il codice genetico, come fanno i test molecolari, bensì la proteina Spike presente nel virus. Nella sostanza va a cercare il pungiglione del virus. Il risultato arriva in meno di 10 minuti, individuare gli Spike significa individuare o meno la presenza del virus. Il test funziona come un test di gravidanza. Bastano poche gocce di saliva che scivolano su un breve tratto di carta assorbente, e scivolando a contatto con uno specifico anticorpo la saliva segnala la presenza degli Spike oppure la semplice riuscita del test. Più semplicemente, con una lineetta si è negativi, con due positivi. Questo test non necessita come invece gli altri molecolari in uso in alcuni aeroporti di un macchinario per l'analisi. Anche la sperimentazione per la ricerca dei falsi negativi tra i lavoratori di Malpensa ha avuto esito positivo. Ora si sta lavorando per il trasferimento tecnologico su un prototipo industriale. Si sta verificando che questo prototipo abbia la stessa sensibilità del metodo validato in laboratorio e pubblicato sulle riviste scientifiche. Una sperimentazione che dovrebbe concludersi tra pochi giorni. Poi servirà la certificazione del Ministero della Salute, e quindi la messa in produzione. Il test si potrà fare soltanto in presenza di un presidio medico, quindi verosimilmente verrà distribuito ai medici di base e pediatri per uno screening di primo livello. Il test salivare rapido dovrebbe essere pronto con l'inizio della scuola.