Paolo Stasi è stato ucciso con due colpi di pistola, il primo lo ha centrato al petto, esploso a bruciapelo dal killer cui il diciannovenne aveva appena aperto il portone di casa, l'altro di striscio a una spalla mentre il ragazzo cercava inutilmente di mettersi in salvo. L'autopsia eseguita in mattinata non fa altro che confermare dunque le prime ricostruzioni investigative e chiarisce forse il giallo sulla pistola utilizzata dallo assassino che non sarebbe, come finora ipotizzato, un'arma giocattolo bensì un revolver di piccolo calibro che non rilascia bossoli. Altro onestamente non ci si aspettava da un esame purtroppo non decisivo per venire a capo di questo sin qui inspiegabile delitto. Gli indizi necessari per arrivare all'assassino i Carabinieri li stanno cercando principalmente nel cellulare e nel computer della vittima. Paolo Stasi, da tutti ricordato come un bravo ragazzo, si era appena diplomato all'alberghiero e sognava di diventare uno chef, riservato ma non chiuso, trascorreva molto tempo nella sua stanza navigando in rete. Era on-line anche il pomeriggio del 9 novembre quando ha aperto il portone di casa al suo assassino che evidentemente conosceva. Pare che nessuna delle telecamere di sorveglianza disseminate lungo Via Occhibianchi potesse filmare la spietata esecuzione ma la fuga del killer quella sì e chissà che da quei pochi fotogrammi non si riesca ora a ricostruire il suo identikit.























