“Si fugge sempre per amore”. Termina così, con questa frase romantica la fuga dell'ergastolano che tra gli anni 70 e gli anni 80 terrorizzò Roma con i suoi atroci delitti. Sono le prime parole proferite al momento della sua cattura, da Johnny lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini. Era evaso dal carcere di massima sicurezza di Sassari il 6 settembre quando, dopo l'uscita per un permesso premio, non aveva più fatto ritorno. Nel suo curriculum criminale: 25 rapine, 7 evasioni, diversi omicidi e un rapimento. Deve il suo nome d'arte alle sue origini sinti, figlio di giostrai lombardi, inizia a Roma la sua carriera criminale da giovanissimo rubando auto. La sua vera passione oltre le donne. Le sue continue fughe sono sempre dovute a loro. Ha il grilletto facile, spara anche per poco. Nel 75 quando ha solo 14 anni, per un orologio di scarso valore, uccide un tranviere. Si accredita subito nel malaffare e presto entra a far parte della Banda della Magliana. Tra i tanti casi in cui viene coinvolto, c'è anche l'omicidio di Pier Paolo Pasolini. Secondo una pista investigativa, rimasta senza riscontri, sarebbe stato suo il plantare numero 41 ritrovato nell'auto dello scrittore. Mastini negò sempre, la sua ultima evasione è durata solo 10 giorni, è terminata in un casolare nelle campagne di Sassari, dove la Polizia di Stato e la penitenziaria lo hanno catturato. Irriconoscibile, capelli platino e sfumatura alta. Così Johnny lo Zingaro, aveva tentato di prepararsi per una nuova vita. Si era rifugiato qui per stare con la compagna di sempre, ma lei, nelle stesse ore, è stata fermata a Olbia, dove, probabilmente, lo attendeva per l'ultima fuga.