Professore qual è la situazione delle terapie intensive in questo momento? "In questo momento le terapie intensive sono sicuramente sotto pressione molta pressione. Attualmente in Lombardia ci sono occupati circa 900 posti letto da pazienti Covid che è un numero veramente notevole, noi qui a Niguarda abbiamo tutti i posti letto Covid occupati e siamo stati costretti a trasferire anche qualche paziente in fiera perché non avevamo più posto al nostro interno". Tanti non ce la fanno. "La mortalità del paziente intensivo con polmonite da Covid ha una mortalità alta. Nella prima fase la mortalità globale in Lombardia era intorno al 42% adesso è qualcosina in meno, 36-38%, però sempre una mortalità elevata". E' difficile diciamo uscire indenni dalla terapia intensiva quando si entra per Covid, ci sono anche tanti danni, c'è chi ce la fa poi ha danni importanti. "Sicuramente come questo però succede a tanti pazienti che vengono ricoverati in terapia intensiva, le sequele e la riabilitazione nella fase successiva è una riabilitazione sicuramente lunga con un recupero quasi completo in alcuni e in alcuni invece ancora con delle sequele. Sicuramente i pazienti che hanno una polmonite da Covid hanno sicuramente delle sequele e li stiamo seguendo nel follow-up, hanno problematiche respiratorie, problematiche neurologiche, problematiche cardiovascolari". Professore un'ultima domanda. E' cambiata la tipologia di persone in terapia intensiva? "Globalmente quello che noi stiamo osservando è una età media più bassa, nel senso che mentre la mediana era sui 64 anni durante la prima fase adesso ci avviciniamo più verso i 62 anni, vediamo anche soggetti giovani, spesso soggetti con comorbidità e soggetti obesi, però ci sono anche pazienti con poche comorbidità che sviluppano una polmonite molto grave".























