Le immagini del disastro sotto gli occhi del perito incaricato dalla procura impegnato in un altro sopralluogo dove 14 persone sono morte nello schianto della funivia del Mottarone. Tre gli indagati Tadini il caposervizio agli arresti domiciliari, il gestore Nerini e l'ingegnere responsabile della sicurezza Perocchio scarcerati dopo un breve fermo. Decisione che la Procura impugna depositando il ricorso al Tribunale del riesame. Quel che resta della cabina sarà rimosso e vivisezionato, i vigili del fuoco valutano come, sarà necessario un elicottero forse anche spaccare la cabina. Sul luogo della tragedia pure i carabinieri di Verbania per gli accertamenti. "Bisognerà prima di tutto cercare di mettere in sicurezza la struttura onde evitare che poi durante la fase della rimozione aerea possa ovviamente in qualche modo andare via, bisognerà provvedere anche alla pulizia della zona, quindi molto probabilmente è tutto da definire ma molto probabilmente si dovrà procedere anche al taglio di un numero insomma di alberi, per far sì che l'elicottero poi possa lavorare in sicurezza." Attesa in giornata non è arrivata la risposta del GIP sulla richiesta di incidente probatorio del difensore di Tadini, il caposervizio. Il presidente del tribunale ha comunicato che l'assegnazione passa ad un altro giudice, Elena Ceriotti titolare per ruolo che era stata esonerata dalle funzioni per ragioni organizzative. A decidere non sarà più dunque Banci Buonamici, il Gip che ha svolto l'udienza per la convalida dell'arresto dei tre indagati scarcerati. L'incidente probatorio pregiudicherebbe in modo irreversibile lo svolgimento delle indagini, secondo Olimpia Bossi procuratore di Verbania, per cui è necessario più tempo per le indagini che potrebbero portare all'iscrizione di nuovi indagati tra manutenzione, gestione e sicurezza. Tra i legali c'è tensione, è la prima volta che non per un valido impedimento ma per un problema tabellare sia sostituito un giudice di un procedimento in corso, il commento del difensore di Tadini.