Non si possono dimenticare gli esseri umani che subiscono ingiustamente delle violenze di quel tipo. La Giustizia è tale se arriva ad una conclusione vera. Il processo sui fatti del G8 non arriva ad una vera verità processuale, perché si conclude, pur attraverso una ricostruzione analitica delle testimonianze, con una dichiarazione, per la maggior parte dei reati, di prescrizione, cioè di estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Come tale, quindi, la verità processuale è monca. Le sentenze che arrivano a fare, tendono ad arrivare a fare giustizia, devono avere come obiettivo quello della pacificazione del rapporto fra i cittadini, fra di loro, e fra i cittadini e lo Stato quando sono entrati in conflitto. Lo Stato può procedere, in che modo? Da un lato, nel riconoscere questo vulnus avvenuto e, dall'altro, nel fare sì che qualcosa del genere non accada più. Se le vittime di quegli eventi avessero avuto o avessero ora la percezione che questo lo Stato ha fatto, sarebbe aperta la strada verso la pacificazione. Come mai la maggioranza degli esecutori materiali di quegli eventi non vennero identificati? Qui c'è un problema pratico. Il fatto che mancassero, e tuttora mancano, i codici identificativi sui caschi, sulle divise di chi ha il monopolio dell'esercizio della violenza. La seconda causa di ciò fu anche la modalità con cui venne esercitata la violenza su questi soggetti. La maggioranza delle vittime, costrette a tenere la testa bassa, a camminare ginocchioni, a non alzare il capo, non furono in grado, in primis di vedere le persone, poi, ovviamente, non ci fu, e sul punto l'Italia venne condannata ben due volte, sulla collaborazione da parte delle forze di polizia con la Magistratura. Le Procure chiedevano informazioni, ma non arrivavano, arrivavano con estrema lentezza e molto lacunose, quindi a quel punto la maggioranza di queste persone sfuggì alla identificazione. Ai tempi del 2001 non c'era reato di tortura nel nostro Ordinamento. È vero, la legge sulla tortura avrebbe consentito, intanto di non incontrare la prescrizione, l'estinzione del reato, ma la legge del '17 nostra è una legge di difficile applicazione, di difficile interpretazione. Ecco perché è una legge che non riempie completamente il vuoto. Io vorrei che lo Stato chiedesse in modo esplicito alle forze dell'ordine chiarezza sul punto. Vorrei che lo Stato dicesse: guardate, sono accadute cose terribili, è stata in parte colpa nostra, ma c'è una una colpa storica più grande, cioè l'Italia non ha mai fatto davvero i conti con un'epoca nella quale il potere era violenza pura nei confronti di chi non la pensava così. Allora, io dico, è necessario che lo Stato si faccia carico di questo, cioè deve essere fatta un'operazione di ricostruzione culturale, basata sui principi per i quali noi Occidente dichiariamo di esistere.