Anni di indagini, decine di udienze e una verità processuale rimasta monca. A cominciare da quella per la morte di Carlo Giuliani. Indagato per omicidio volontario Mario Placanica, il carabiniere che sparò, viene prosciolto per legittima difesa durante l'udienza preliminare. La sua posizione, su richiesta del PM, è archiviata. Nessun processo venne mai celebrato. In quegli stessi giorni di luglio 2001 oltre 300 manifestanti vengono arrestati per devastazione e saccheggio. La maggior parte viene rilasciata nel giro di poche ore, dei 25 a processo vengono condannati in dieci, per un totale di quasi 100 anni di carcere. Ma è alla cosiddetta macelleria messicana, avvenuta all'interno della scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto, che Amnesty International si riferisce, parlando della più grave sospensione dei diritti democratici in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Due processi paralleli portano davanti ai Giudici, tra una miriade di non ricordo e di contraddizioni, le violenze avvenute la sera del 21 luglio durante l'irruzione all'interno della Diaz, che portò a 93 arresti, tutte posizioni archiviate, e a 61 feriti. E quelle continuate nella caserma di Bolzaneto, dove si stima che nei giorni delle manifestazioni transitarono circa 300 persone. Dei 346 poliziotti che fecero irruzione alla Diaz, mentre 149 Carabinieri circondavano l'Istituto, vanno a giudizio in 28. La gran parte di loro non è mai stata identificata. Il 5 luglio 2012 la Corte di Cassazione conferma la condanna, solo per falso aggravato, per 25 poliziotti presenti al blitz, compresi diversi Alti Funzionari poi decaduti dai loro incarichi a causa dell'interdizione dai Pubblici Uffici per cinque anni. Nessuno viene condannato per lesioni gravi, il reato è ormai prescritto. La tortura entrerà nell'ordinamento italiano solo nel 2017. Stessa sorte per il processo ai 45 imputati per 120 capi di imputazione, accusati delle violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto, dove i fermati venivano accolti con un: benvenuti ad Auschwitz, ricostruiranno i Magistrati. Il 14 giugno 2013 la Cassazione emette sette condanne e quattro assoluzioni. Per tutti gli altri imputati i reati vengono dichiarati estinti per prescrizione. Il G8 di Genova finisce anche davanti alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che per ben due volte condanna lo Stato italiano per le azioni dei membri delle forze dell'ordine e per non aver condotto indagini efficaci. Scontate le pene, molti funzionari hanno ripreso le loro carriere raggiungendo livelli apicali. Molti di loro oggi sono Questori, Capi Dipartimento o Prefetti.