È una persona, appunto, italiana di 38 anni che ha manifestato uno stato febbrile intorno al 16 gennaio. S è recato una prima volta al pronto soccorso il 18, ma aveva solo un'alterazione della temperatura, è stato quindi rimandato a casa. Il 19 si è ripresentata una situazione più complicata, è stato ricoverato e poi, quando la situazione si è aggravata, la moglie ci ha detto che aveva avuto un contatto, cioè è andato a cena con un collega i primi di febbraio. Abbiamo individuato questa persona, che sta bene, è stato messo comunque in isolamento. Questa persona è rientrata intorno al 20 gennaio dalla Cina, quindi stiamo anche cercando di capire se effettivamente è lui la persona che in qualche modo possa averlo contagiato oppure ci sono magari altri contatti lavorativi della persona che oggi è positiva, che possono invece essere stati loro. Quindi a quel punto sono scattati i tamponi, la verifica della positività, abbiamo subito da ieri notte individuato, iniziato a individuare, i suoi contatti e quindi, a partire dagli infermieri, i medici, i familiari e le persone, stiamo continuando con i colleghi di lavoro o gli amici. E tutte queste persone verranno collocate in isolamento al proprio domicilio per monitorarli. Oggi quello che serve è monitorare lo stato di salute per un po' di giorni. E quindi al proprio domicilio, se hanno le condizioni, cioè una stanza riservata con un bagno, oppure stiamo approntando luoghi dove poterli collocare. Ieri abbiamo in via precauzionale chiuso il pronto soccorso e bloccato le attività d'elezione, diciamo quindi le attività chirurgiche, di sale operatorie. Il resto dell'ospedale continua a lavorare normalmente. Parte del personale sanitario è rimasto ieri in ospedale, quindi collocato in alcuni letti liberi che c'erano, in attesa oggi di verificare. Siamo in contatto con il coordinatore nazionale della Protezione civile, Borrelli, e il Ministro Speranza per condividere i passi.