Striscioni, ragazzi e bandiere. A Ponticelli, zona est di Napoli, si continua a sparare tra la gente. L'ultimo episodio, in ordine di tempo, è un gambizzato davanti alla scuola, proprio nell'orario di uscita degli alunni. È così che si trasforma in una accorata richiesta di attenzione da parte delle istituzioni la marcia di Libera contro le mafie organizzata insieme alla fondazione Polis, per le vittime innocenti della criminalità, in memoria delle vittime dell'11 novembre 1989. Il raid di camorra nel centro di Ponticelli, all'esterno del bar Sayonara, durante il quale persero la vita sei persone, quattro delle quali innocenti. Sono passati più di 30 anni eppure ben poco sembra cambiato. "Non solo nulla è cambiato, qualcosa è peggiorato dal punto di vista dell'abitabilità, della socialità di questo territorio". "Le mamme, con grande compostezza ma con uno spavento che si è letto subito in faccia, mi hanno chiesto di entrare, e io ovviamente le ho fatte accomodare. Ho pensato là per là che si trattasse di uno scherzo ovviamente, invece poi mi è stato detto che c'era stato uno gambizzato". "C'è bisogno di una risposta in termini di sicurezza, quindi presenza di forze dell'ordine, e in termini di politiche sociali e politiche occupazionali in territori senza welfare e che perdono ogni giorno centinaia di posti di lavoro. C'è la municipalità e ci sono le forze dell'ordine locali. La municipalità, devo dire la verità, è sempre presente nelle iniziative che Libera e le reti del territorio promuovono. Però non vediamo altro". Al corteo, iniziato alle 9:30, sono attese anche le istituzioni che arrivano a manifestazione terminata, intorno alle 12:45, a causa, pare, di un disguido sugli orari.