Arriva nel bel mezzo di un incidente probatorio ancora in corso e potenzialmente determinante la rinuncia all'incarico del generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma e consulente tecnico di Andrea Sempio, indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi nella nuova inchiesta della procura di Pavia, un passo indietro maturato in conseguenza della mancata condivisione da parte della difesa di Sempio dei suggerimenti tecnico scientifici forniti in merito allo svolgimento dell'incidente probatorio e alla possibile estensione dei temi oggetto di perizia si legge in una nota diffusa dallo stesso generale. Il riferimento sembra proprio all'impronta 33 quella traccia di un palmo di mano, secondo l'accusa appartenente ad Andrea Sempio, rinvenuta sul muro delle scale della villetta di via Pascoli, dove fu trovata la vittima e che la difesa della famiglia Poggi, così come Garofano, avrebbero voluto far rientrare tra gli accertamenti oggetto dell'incidente probatorio, ma su cui la difesa di Sempio, non avrebbe avanzato richieste. Divergenze tecniche confermate anche dai difensori di Sempio. E questa l'unica ragione della rinuncia puntualizza ancora il generale, escludendo così che la decisione abbia a che fare con l'inchiesta per corruzione in atti giudiziari che vede indagato l'ex procuratore capo di Pavia Mario Venditti, perquisito giorni fa nell'ambito degli accertamenti legati a questa indagine della procura di Brescia era emerso un flusso di danaro circa 43mila Euro transitato dai conti delle zie di Sempio a quello del padre e anche un pagamento fatturato di 6300 Euro a Garofano risalente al gennaio 2017 quando Sempio fu indagato la prima volta. Una consulenza genetico forense puntualizza il generale negli interessi della famiglia Sempio sulla scorta di documenti e atti che gli vennero forniti dagli stessi difensori committenti. Tra questi anche una perizia firmata dal consulente della difesa Stasi, che però ai tempi non sembra fosse a disposizione delle parti.























