I giudici della Suprema Corte riuniti per decidere se confermare o revocare la semilibertà concessa l'11 aprile scorso ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l'omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto del 2007. A presentare ricorso è stata la Procura generale di Milano che ha ravvisato vizi di legittimità nella motivazione su più aspetti del provvedimento, a partire dall'ormai nota intervista televisiva andata in onda il 30 marzo durante il programma Le Iene. Tra i punti del ricorso c'è infatti la mancata richiesta di autorizzazione specifica da parte di Stasi, a rilasciare l'intervista al noto programma televisivo durante un permesso premio che gli era stato concesso solo per un ricongiungimento familiare. Per la Procura generale i permessi premio possono essere concessi per motivi familiari, culturali o di lavoro e quell'intervista non rientrerebbe in nessuna di queste ipotesi. Dal 28 aprile, da quando il regime di semilibertà è diventato effettivo, Alberto Stasi può uscire dal carcere la mattina per farvi rientro la sera dopo 12 ore. Adesso la Suprema Corte potrà decidere di respingere il ricorso, confermando di fatto la semilibertà per Stasi, o annullare con rinvio per un nuovo giudizio del Tribunale di sorveglianza milanese. "Quello che ho a cuore e che salti fuori la verità, che venga alla luce tutto quello che deve emergere, che non è ancora emerso nient'altro", aveva detto Stasi nell'intervista a Le Iene, era il 30 marzo, pochi giorni prima la notizia dell'eclatante riapertura del delitto di Garlasco con un nuovo indagato: Andrea Sempio. .























